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Strage di Erba: Le prove nuove allegate al processo di revisione - Frigerio

Strage di Erba: Le prove nuove allegate al processo di revisione - Frigerio


  1. La testimonianza di Mario Frigerio ha avuto un ruolo importante nel portare al giudizio di condanna i coniugi Romano, ma MAI, nelle varie fasi processuali, è stata affrontata la questione della idoneità a rendere testimonianza. Grazie ai nuovi dati clinici oggi disponibili sappiamo che Mario Frigerio ha reso le sue dichiarazioni dopo l’insorgenza di importanti cerebrolesioni causate dall’intossicazione da monossido di carbonio. Quello che si sa per certo è che i deficit psichici erano di gravità tale da fargli ottenere una invalidità psicofisica del 100% dopo pochi mesi dalle dimissioni (Allegato 1).

  2. Le lesioni focali cerebrali e in particolar modo l’intossicazione da monossido di carbonio hanno determinato il decadimento di funzioni cognitive importanti, come alterazioni della memoria, della capacità di ricordare e della capacità di orientamento. Importante sottolineare che i dati ricavabili dalle intercettazioni ambientali nella stanza d’ospedale dimostrano che l’assetto cognitivo di Frigerio non era compromesso nell’immediatezza della strage, ma peggiorò con il passare del tempo (Allegato 2).

  3. Nel periodo delle dichiarazioni in fase investigativa i deficit cognitivi si sono manifestati con la comparsa di un’amnesia anterograda, di un disorientamento temporale e con confabulazioni. La presenza di amnesia anterograda, in particolare, impedisce all’amnesico di rendere testimonianza, capacità che richiede di saper ricordare in modo accurato ciò che è stato in precedenza percepito (Allegato 3).

  4. A partire dal 20 dicembre 2006, per le successive rievocazioni degli eventi sono state adottate con Mario Frigerio tecniche di intervista che oggi sappiamo essere censurate  per l’esame di un testimone vulnerabile, in quanto idonee ad alterare il ricordo e in conflitto con le best practices internazionalmente riconosciute. Le domande suggestive producono infatti falsi ricordi, e questi falsi ricordi aumentano molto nel testimone vulnerabile, come per esempio nel neuroleso della tipologia di Frigerio. Abbiamo contato complessivamente oltre trecento domande sconsigliate dalle linee guida perché fuorvianti (es. domande suggestive, domande ripetute). L’idoneità di Mario Frigerio a rendere testimonianza va dunque rivalutata anche sotto il profilo dell’impatto delle domande suggestive su un teste cerebroleso (Allegato 4).

  5. La progressione del ricordo di Mario Frigerio, che passa da un volto sconosciuto a un soggetto conosciuto percepito nel suo contesto appropriato, è un fenomeno scientificamente IMPOSSIBILE. Oggi sappiamo che non esiste, scientificamente parlando, il fenomeno del disvelamento progressivo chiamato in causa nelle Sentenze per spiegare il viraggio dall’originario volto sconosciuto al volto altamente familiare di Olindo Romano. Non esiste infatti la possibilità di sopprimere volontariamente il riconoscimento automatico di un volto familiare. La prima descrizione dell’aggressore corrisponde inoltre allo stile descrittivo della faccia sconosciuta (dettagli periferici del volto quali per esempio i capelli) attivando un processo psichico automatico e non controllato volontariamente (Allegato 5).

  6. L’unica dichiarazione che dal punto di vista scientifico è da considerarsi accurata (perché priva di domande suggestive) è la prima del 15 dicembre 2006, durante la quale Mario Frigerio afferma di essere stato aggredito da persona a lui sconosciuta. La progressione delle dichiarazioni successive mostra chiaramente come si sia modificato l’originario ricordo di Mario Frigerio a seguito degli interventi suggestivi e si sia così creata una falsa memoria in merito a Olindo Romano quale aggressore (Allegato 6).

  7. Le domande suggestive hanno impattato non solo sulla modifica del riconoscimento e delle caratteristiche fisiche dell’aggressore, ma hanno interessato anche molti “temi” relativi a quanto accaduto la sera dell’11 dicembre 2006. Nell’Allegato 7 abbiamo ricostruito come si siano modificate nel tempo le dichiarazioni, e dunque i ricordi, del testimone (per esempio la perdita e il mantenimento dello stato di coscienza).

  8. Le intercettazioni presenti nel fascicolo processuale relative alle audizioni degli inquirenti effettuate durante il periodo della degenza ospedaliera di Mario Frigerio sono state da noi interamente ascoltate, le loro trascrizioni ufficiali sono state da noi sottoposte a verifica e nei relativi allegati abbiamo evidenziato le difformità presenti (Allegati 8, 9, 11, 12). L’ascolto delle intercettazioni ambientali avvenute sempre nel corso della degenza ospedaliera di Mario Frigerio e che esulano dalle audizioni degli inquirenti, ha fatto emergere molti elementi nuovi. In particolare, si evidenzia il mancato riconoscimento di Olindo Romano fino al 2 gennaio 2007, ossia per quasi 20 giorni. Si evidenzia altresì la mancanza di circa il 60% delle audioregistrazioni (Allegato 10).

  9. L’Avvocato di Mario Frigerio, Manuel Gabrielli, in un’intervista rilasciata a Il Giornale circa tre mesi prima dell’udienza dibattimentale nella quale il testimone sarà chiamato a deporre, ammette le incongruenze delle due versioni rilasciate da Frigerio, ovvero il passaggio da aggressore sconosciuto al vicino di casa (Allegato 13).

  10. La falsa memoria che vede Olindo Romano quale aggressore si rileva pienamente durante l’udienza dibattimentale del 26 febbraio 2008, nel corso della quale è evidente la mancanza di ricordi nel testimone in riferimento alle audizioni del 15 e del 20 dicembre. Evidente è anche la produzione di confabulazioni, conseguenza delle domande suggestive attuate su un teste cognitivamente compromesso. In questa data è evidente anche l’avvenuto consolidamento della falsa memoria. Si ricorda a questo proposito che la letteratura scientifica ad oggi consolidata in materia stabilisce che la falsa memoria è soggettivamente indistinguibile da una memoria genuina, (Allegato 14).

  11. Ricerca empirica sulla verifica dell’accuratezza di quanto decodificato dai consulenti nell’ascolto delle audioregistrazioni e verifica delle trascrizioni ufficiali mediante la selezione di due estratti salienti dell’audizione del 20 dicembre 2006 e quattordici estratti dell’audizione del 26 dicembre 2006, in seguito sottoposti a un campione di 35 soggetti normoacusici al fine di rilevare a quale trascrizione (quella ufficiale oppure la verifica da noi effettuata della trascrizione ufficiale) corrispondesse a quanto da essi udito. I partecipanti erano all’oscuro degli scopi della ricerca stessa così come erano all'oscuro su quale fosse il segmento di trascrizione ufficiale dell’audizione, e quale quello relativo alla verifica della trascrizione effettuata dai consulenti. Il risultato dimostra che la trascrizione coerentemente sentita dai valutatori indipendenti è quella da noi verificata e non quella originaria (Allegato 15).

  12. In conclusione, la cerebrolesione ha reso Mario Frigerio testimone inidoneo a rendere testimonianza. I sintomi neurologici conseguenti all’aggressione, e in particolare all’intossicazione da monossido di carbonio (che ha provocato un’amnesia anterograda) non hanno impattato sul riconoscimento dei volti familiari e non familiari nel contesto appropriato. La sera dell’11 dicembre, se il suo aggressore fosse stato Olindo Romano, Mario Frigerio lo avrebbe dunque riconosciuto immediatamente, avrebbe fatto il suo nome o avrebbe spontaneamente fornito una descrizione con caratteristiche NON focalizzate sui dettagli esterni del volto, tipica del riconoscimento di soggetti sconosciuti. Le dichiarazioni testimoniali successive alla prima dichiarazione sono da considerarsi non idonee in quanto esito di centinaia di domande suggestive che oggi sappiamo essere in grado di provocare alterazioni del ricordo, e che hanno attecchito facilmente nel testimone in una condizione di vulnerabilità psichica. Questa stessa molteplicità di fattori ha favorito la creazione di una falsa memoria in merito a Olindo Romano quale aggressore. 


Gli elementi nuovi oggi disponibili sulla base delle conoscenze condivise dalla comunità scientifica, rendono impossibile valutare la testimonianza di Mario Frigerio come accurata e idonea, a meno che non si sia disposti ad accettare la violazione delle leggi scientifiche in tema di funzionamento della memoria umana.


Strage di Erba: Le prove nuove allegate al processo di revisione - Frigerio

giuseppe.sartori@unipd.it

Strage di Erba: Le prove nuove allegate alla richiesta di revisione- Le Confessioni

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Il contenuto della testimonianza è vero "fino a prova contraria"

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