Strage di Erba; Il riconoscimento di Freigerio è quello di uno sconosciuto o di Olindo?
Quello che Frigerio ha percepito e descritto inizialmente in data 15 dicembre 2006 è una faccia a lui non familiare
È scientificamente escluso che Frigerio possa aver identificato, al momento della percezione, il volto dell’aggressore come Olindo e allo stesso tempo abbia soppresso volontariamente il riconoscimento.
I motivi scientifici per i quali le affermazioni 1 e 2 sono certe si basano sul fatto che quando il volto familiare viene riconosciuto, tale riconoscimento avviene in un tempo brevissimo ed in modo completamente automatico e quindi senza la possibilità di un intervento attivo e volontario della persona
Non esiste, scientificamente parlando, il fenomeno del disvelamento progressivo chiamato in causa nelle sentenze per giustificare il viraggio, effettuato da Frigerio, dall’originario volto sconosciuto al volto altamente familiare di Olindo.
Non esiste, scientificamente parlando, la possibilità di sopprimere volontariamente un riconoscimento automatico e pertanto è escluso che la prima descrizione possa essere stata una soppressione volontaria della faccia di Olindo da parte di Frigerio.
Ad ulteriore conferma del punto 5 la prima descrizione corrisponde allo stile descrittivo della faccia sconosciuta (dettagli periferici del volto) che è anche questo un processo psichico automatico e non controllato volontariamente.
Le facce familiari sono riconosciute in maniera più veloce e con più certezza rispetto ai volti di sconosciuti
I dati rilevanti al fine della valutazione del riconoscimento dell’aggressore di Mario Frigerio sono i seguenti:
Il volto familiare è riconosciuto molto velocemente (150-200 millisecondi)
Ci sono marker neurobiologici diversi nel riconoscimento di volti familiari e non familiari, e i meccanismi cerebrali coinvolti nel riconoscimento di volti familiari e non familiari sono diversi.
Il volto familiare è riconosciuto in modo molto accurato anche con informazioni molto incomplete (es. solo gli occhi) o non ottimali (riduzione di luce, punti di vista inusuali, degradazione dell’immagine del volto, etc.)
È quindi dato scientificamente acclarato che il riconoscimento di volti familiari e non familiari è diverso, più accurato e robusto e sotteso da meccanismi cerebrali diversi.
Le facce familiari sono riconosciute molto velocemente rispetto alle facce non familiari. Inoltre non solo l’identità viene riconosciuta più velocemente ma anche le altre caratteristiche della faccia (es. se è di maschio o femmina, la razza etc.) sono discriminate più velocemente. Esiste quindi una facilitazione generalizzata nel riconoscimento di facce dovuta alla familiarità. Le facce non familiari sono percepite in modo radicalmente diverso. Il riconoscimento di facce di sconosciuti è più soggetto ad errori, è più lento, e richiede risorse attentive che non sono necessarie quando la faccia percepita è invece familiare.
Per esempio, si può facilmente riconoscere un volto famoso o personalmente familiare, basandosi soltanto sui loro occhi (Ramon et al., 2015), o su un’immagine fortemente deteriorata (Ramon et al., 2015). Al contrario, l’elaborazione dell’identità in volti non familiari dipende dalla quantità di informazioni disponibili (colore, texture e riflettanza della superficie), ed è quindi più soggetta ad errori, date le variazioni superficiali dell’immagine. Anche da questo punto di vista vi è consenso generale sul fatto che volti non familiari e volti familiari siano elaborati, dal nostro sistema nervoso, in maniera differente, con una riconoscimento più veloce e accurato dei volti familiari anche in condizioni di ridotta capacità attentiva (Gobbini et al., 2013).
In conclusione, quindi, i volti familiari sono riconosciuti molto rapidamente, anche ad un solo sguardo. Condizioni visive qualitativamente basse, in particolare scarsa acuità visiva, distanza, illuminazione, non impediscono il riconoscimento di un volto noto e questa funzione risulta preservata in neurotipici.
Di grande rilievo ai fini della valutazione del caso specifico sono i risultati riassunti da Young e Burton (2018) i quali riassumono una grande mole di dati sui risultati delle ricerche sull’accuratezza nel riportare le caratteristiche dei volti non familiari. Con i volti di sconosciuti sono precisi i ricordi relativamente a caratteristiche come età, altezza, etnia, genere.