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Strage di Erba: Le prove nuove allegate alla richiesta di revisione- Le Confessioni

Strage di Erba: Le prove nuove allegate alla richiesta di revisione- Le Confessioni

  1. Olindo Romano e Rosa Bazzi confessano di essere gli autori della strage di Erba una prima volta il 10 gennaio 2007, lo confermano due giorni dopo al GIP e  successivamente, solo Rosa Bazzi, il 6 giugno 2007, dinanzi agli inquirenti (Allegato 1). Tali confessioni sono state considerate una delle prove principali sulle quali si è fondata la condanna, nonostante entrambi i coniugi Romano abbiano successivamente ritrattato. 

  2. Pur essendo la confessione considerata solitamente una “prova regina”, studi scientifici recenti, effettuati su oltre 375 innocenti certi precedentemente condannati e assolti in revisione (con la prova del DNA), hanno dimostrato INCONTROVERTIBILMENTE come il 25% di questi avessero, in origine, falsamente confessato (Allegato 2). La confessione dell’innocente è pertanto - contrariamente a quello che si può ritenere - un evento relativamente frequente, così come dimostrato dagli studi sulle assoluzioni in fase di revisione.

  3. Il sorprendente risultato scientifico sopra menzionato ha dato origine a numerosi studi empirici condotti su casi reali di ‘false confessioni certe’, che hanno consentito di identificare una serie di fattori predisponenti alle false confessioni (Allegato 2). La ricerca scientifica ha distinto in fattori interni alla persona e fattori esterni o situazionali.

  • I fattori interni alla persona possono riguardare aspetti di personalità (come la suggestionabilità e l’acquiescenza), aspetti cognitivi (come il ritardo mentale), disturbi psicopatologici (come determinati disturbi di personalità) e motivazioni (come per esempio il voler scagionare un familiare o un amico).

  • I fattori esterni riguardano principalmente le tecniche d’interrogatorio, per esempio l’esagerazione delle prove d’accusa, la prospettazione di conseguenze negative se l’accusato continua a negare, la prospettazione di benefici nel caso di una confessione, la durata dell’interrogatorio, la presenza di domande suggestive e il suggerimento di informazioni da parte degli interroganti.

  1. Un’analisi effettuata sulla documentazione processuale della Strage di Erba evidenzia come TUTTI i fattori predisponenti evidenziati dalle ricerche sulle false confessioni si possono reperire in Olindo Romano e in Rosa Bazzi. Nello specifico, sono evidenti i fattori sia interni che esterni.

  • Per quanto riguarda i fattori interni, dalle valutazioni condotte su Olindo Romano (Allegato 3) è emerso che questi presenta aspetti di personalità quali acquiescenza, scarsa autoefficacia percepita, ideazione cospirazionista e abnorme credulità, nonché aspetti psicopatologici, che configurano un disturbo dipendente di personalità. E’ importante rilevare che gli stessi disturbi psicopatologici erano già stati evidenziati in due elaborati peritali, risalenti al 2011, e depositati presso il Tribunale di Piacenza. La Perizia, a firma dei Dottori Mantero-Martelli e le conseguenti osservazioni dei Professori Bogetto-Bellino rappresentano ulteriori elementi nuovi in quanto elementi acquisiti successivamente alla Sentenza definitiva di condanna. Dalle valutazioni condotte su Rosa Bazzi (Allegato 4) è emerso che ella presenta una disabilità intellettiva (ritardo mentale) e soffre di un disturbo dipendente di personalità. Gli indicatori dei disturbi da noi diagnosticati ai coniugi sono rinvenibili negli interrogatori dell’8 e del 10 gennaio  e per quanto riguarda Rosa anche nelle dichiarazioni al G.I.P. e nell’interrogatorio del 6 giugno 2007 (Allegati 5 e 6).

  • Per quel che concerne i fattori esterni, (Allegato 7) l’analisi dei verbali delle confessioni ha evidenziato che sia Olindo Romano sia Rosa Bazzi sono stati esaminati con tecniche oggi censurabili alla luce delle conoscenze scientifiche in tema di conduzione degli interrogatori. Ad esempio sono state amplificate le prove contro di loro (per esempio è stato detto che era stato trovato il sangue sul pigiama di Rosa, fatto non vero), sono state prospettate conseguenze negative in caso di mancata confessione (ergastolo) e conseguenze positive in caso di confessione (sconti di pena e possibilità di continuare a vedersi), sono stati utilizzati interventi miranti a fornire una giustificazione morale dell’atto e a manifestare comprensione verso i coniugi, sono state poste ai coniugi molte domande suggestive (circa 300 per entrambi gli imputati) e sono state fornite loro informazioni dirette sulla strage (ad esempio la descrizione dell’aggressione a Frigerio o l’esibizione delle foto relative alla scena del crimine).

  1. La progettazione della strage e del complesso alibi è incompatibile con l’assetto psichico dei due condannati. Rosa Bazzi è affetta da ritardo mentale lieve che determina una inevitabile ricaduta sulle facoltà cognitive generali, quali la memoria, l'attenzione, le capacità di problem solving e nella organizzazione e collocazione logico-temporale degli eventi; inoltre presenta un chiaro disturbo dipendente di personalità. Si tratta di limitazioni cognitive e psicopatologiche che rendono Rosa Bazzi incapace di mettere in atto una complessa progettazione quale si è determinata nella strage, incapace della sua esecuzione, della fuga, come è altrettanto incapace di “reggere” la parte dell’innocente per quasi un mese. L’assetto psichico di Rosa Bazzi è clinicamente incompatibile con tali capacità. Lo stesso dicasi per Olindo Romano che, seppur dotato di maggiori risorse cognitive, ha una ridotta percezione di autoefficacia e mostra una tendenza a credere a tutto ciò che gli viene prospettato: ciò lo rende particolarmente vulnerabile alle suggestioni esterne. Anche Olindo soffre di un disturbo dipendente di personalità da cui è conseguito un rapporto simbiotico con Rosa e risulta alla base della sua confessione finalizzata a “salvare” la moglie.

  2. Passando all’analisi del contenuto delle confessioni di Olindo Romano e Rosa Bazzi, si notano alcuni aspetti fondamentali: le confessioni risultano piene di errori, molti elementi della scena del crimine vengono “sbagliati” (tra il 50 e il 70%), soprattutto per quel che riguarda il nucleo centrale della strage. Sempre in merito al contenuto delle confessioni, in generale, si segnalano moltissime discrepanze non solo tra le versioni date separatamente da Olindo Romano e Rosa Bazzi, ma anche tra le versioni offerte dalla stessa persona in momenti diversi. L'analisi delle confessioni sotto questo profilo mostra come le versioni NON siano dettagliate, NON siano sovrapponibili, NON siano combacianti, NON siano coerenti e NON siano costanti e dunque abbiano tutte le caratteristiche delle false confessioni (Allegato 8).

  3. Olindo e Rosa affermano numerosissime volte di non ricordare: Olindo colleziona centinaia fra “non lo so”, “non mi ricordo” “mi sembra”, “questo adesso mi sfugge" non appena i PPMM chiedono dettagli in merito a qualsiasi tema della strage o riguardo alla sua progettazione. Lo stesso si può dire per Rosa, che poco o nulla sa dire sulla progettazione della strage e su come e dove furono colpite le vittime. Emerge dunque chiaramente quanto le dichiarazioni fossero in balia di specifiche domande suggestive. Quelle che vengono definite confessioni sono, in realtà, una serie di “sì” a suggerimenti sotto forma di domande chiuse formulate dall’interrogante (Allegato 8).

  4. Nelle confessioni mancano del tutto gli indicatori di ricordi sensoriali e percettivi che caratterizzano la narrazione genuina. Questo è dimostrato dall’analisi effettuata tramite la Flashbulb Memory Checklist, che evidenzia la mancanza di caratteristiche tipiche del ricordo fotografico in entrambi i coniugi. Tale dato NON è compatibile con un’esperienza dal forte impatto emotivo e traumatico qual è stata la strage (Allegato 9).

  5. Una parte incontrovertibilmente falsa delle confessioni è il racconto di Olindo e Rosa circa la dinamica dell’omicidio di Valeria Cherubini. Secondo la versione fornita dai coniugi, la Cherubini sarebbe stata aggredita SOLO sul pianerottolo. Olindo e Rosa dichiararono infatti di non essere mai saliti al piano superiore nonostante le incalzanti domande sul punto da parte degli interroganti in quanto, il 10 gennaio, gli inquirenti avevano evidenze probatorie che indicavano che la seconda parte dell’aggressione alla Cherubini era avvenuta nella sua mansarda. Successivamente, a seguito di una seconda relazione medico-legale, l’accusa sostenne il contrario, ovvero che la Cherubini non fu aggredita nella sua mansarda ma vi sarebbe andata ‘SOLO’ a morire (luogo dove è stato trovato il suo corpo). Questo risulta impossibile in quanto la vittima aveva ricevuto una coltellata che aveva provocato una lesione allo psoas (elemento nuovo), un muscolo che se leso impedisce di fatto ad una persona la salita delle scale. La Cherubini aveva riportato inoltre lesioni craniche tali da provocare una grave lesione encefalica. Questi due elementi sotto il profilo neurologico rendono impossibile la salita di due rampe di scale (elemento nuovo). Allo stesso modo era impossibile che la donna fosse in grado di  gridare “aiuto, aiuto” dopo aver ricevuto le ferite al capo e la profonda ferita alla gola che la trapassò fino a recidere la lingua. Di conseguenza la fase finale dell’aggressione è indiscutibilmente avvenuta nella mansarda dei coniugi Frigerio, smentendo dunque le dichiarazioni confessorie dei coniugi Romano, che hanno affermato categoricamente di non essere mai saliti (Allegato 10).

  6. Infine, le confessioni non contengono nessuna informazione che non fosse già nota agli inquirenti (Allegato 10). Tutte le informazioni fornite dai due coniugi erano di pubblico dominio o presentate dagli interroganti mediante domande che contenevano l’informazione rilevante che doveva semplicemente essere confermata o meno. Olindo e Rosa sono stati anche “facilitati” nel racconto, sia avendo a disposizione fotografie della scena del crimine, sia avendo accesso a quanto detto in precedenza dall’altro coniuge. In merito alla premeditazione, per quasi l’intera durata dell’interrogatorio i coniugi sostengono di aver agito d’istinto e solo alla fine, acquiescentemente, ammettono la premeditazione, salvo smentirla poco dopo.  E’ questa ulteriore prova della falsità della loro confessione: senza questa loro acritica adesione, mai avrebbe potuto essere sostenuta la premeditazione.

  7. Nei vari momenti temporali delle confessioni, non vi è inoltre traccia stabile del nucleo centrale dell’evento, che si modifica nel tempo. Ad esempio (ma non solo), nei video realizzati dal Dott. M. Picozzi a Rosa Bazzi, in data 24 febbraio e 12 aprile 2008 (Allegato 11), si rileva un’ulteriore modifica del racconto della strage: un diverso movente (una vendetta nei confronti di Azouz Marzouk a seguito di una violenza sessuale che Rosa avrebbe subìto), oltre a un nuovo movente in merito all’incendio appiccato dopo la strage. Il cambiamento del movente rispetto all’incendio è presente anche nei video realizzati dal Dott. Picozzi a Olindo Romano (Allegato 12): Olindo afferma che la decisione di appiccare l’incendio è stata presa a seguito di un maleficio fatto sulla moglie. Quindi vi sono variazioni al nucleo centrale che mai potrebbero esserci nel caso di un ricordo genuino. Anche i video effettuati su Olindo Romano, mai entrati a processo e dunque mai valutati, rappresentano un elemento nuovo. 

  8. Il confronto tra la struttura narrativa e qualitativa delle confessioni con quella dell’alibi e dei conflitti con la famiglia Castagna/Marzouk dimostra chiaramente la differenza che esiste tra la narrazione di fatti non esperiti (la strage) e quelli realmente vissuti (l’alibi e i conflitti condominiali). Se analizziamo come Olindo Romano e Rosa Bazzi raccontano fatti da loro vissuti, come il percorso effettuato da Erba a Como quando ancora si dichiarano  innocenti e il conflitto con Raffaella Castagna precedente alla strage, possiamo apprezzare come il racconto sia logico, coerente, strutturalmente e qualitativamente completamente diverso da quello delle confessioni e supportato da dati oggettivi di riscontro, come nel caso della descrizione dei litigi all’interno dei verbali di denuncia. Durante gli interrogatori, quando parlano della preparazione, della motivazione e della dinamica della strage, non c’è invece racconto libero, ma risposte acquiescenti e adesioni ai suggerimenti e alle informazioni contenute nelle domande degli interroganti, nonché moltissimi errori ed incongruenze: siamo quindi di fronte a racconti viziati e inaffidabili (Allegato 13).

  9. Vi sono evidenze che le confessioni siano state incentivate dall’esterno, come provato dalle intercettazioni ambientali dell’8 e del 10 gennaio dove i due, prima di confessare, negavano di essere gli autori della strage e discutevano della convenienza di confessare qualcosa che non avevano commesso. In merito alle intercettazioni ambientali all’interno della loro abitazione e in auto, sono questi ulteriori elementi nuovi che confermano il mancato coinvolgimento dei coniugi, i quali parlarono, eccome, della strage, a differenza di quanto sostenuto. Rosa Bazzi e Olindo Romano si interrogano più volte su chi possa essere l'autore, commentano le notizie sui giornali e in TV e quando vengono a sapere che Frigerio è sopravvissuto si augurano che si riprenda presto e sperano che l’uomo possa collaborare nell’identificare i responsabili. Mai, in queste intercettazioni ambientali, è emersa una seppur minima indicazione di  colpevolezza: al contrario, vi sono molteplici passaggi nella libera conversazione che chiaramente indicano la loro estraneità all'eccidio (Allegato 14).

  10. Un altro elemento fondamentale che non può essere tralasciato riguarda i famosi scritti di Olindo Romano sulla Bibbia, che fu sequestrata il 22 novembre 2007 e acquisita in atti dalla Corte d’Assise di Como. La Bibbia divenne uno degli elementi di prova dell’accusa, utilizzata come conferma della genuinità della confessione. Tra gli scritti di Olindo ve ne sono, però, anche di innocentisti ed è da notare che gli scritti chiaramente innocentisti sono in numero maggiore rispetto a quelli chiaramente colpevolisti. Inoltre, laddove databili, gli scritti colpevolisti ed innocentisti si alternano nel tempo e vi sono scritti innocentisti che precedono quelli colpevolisti e che risalgono a ben prima del cambio della difesa. I pochissimi scritti colpevolisti sono da considerarsi un tentativo di “entrare nella parte del colpevole” come suggerito dal primo avvocato (Allegato 15).

  11. Le confessioni di Olindo Romano e Rosa Bazzi possono essere considerate quindi, sulla base delle conoscenze condivise dalla comunità scientifica, false confessioni acquiescenti ovvero quelle nelle quali i sospettati confessano un crimine non commesso a seguito di una vulnerabilità psicologica di base combinata a tecniche d’interrogatorio che oggi sappiamo essere “a rischio” di provocare false confessioni e per questo fortemente  sconsigliate dalle linee guida investigative internazionali attuali.

  12. Riteniamo che gli elementi nuovi rendano sotto il profilo tecnico scientifico impossibile la valutazione delle confessioni come genuine, visto che risultano accertate deficienze cognitive e psicopatologiche atte a menomare la sfera psichica e quindi a ridurre la capacità di critica e di resistenza a influenzamenti esterni.

  13. Le conclusioni qui riportate sono basate su una molteplicità di prove nuove costituite da accertamenti clinici, intercettazioni ambientali, dati di rilevanza medico-legale e dati scientifici non disponibili all’epoca delle sentenze.


Strage di Erba: Le prove nuove allegate alla richiesta di revisione- Le Confessioni

giuseppe.sartori@unipd.it

Strage di Erba: Le prove nuove allegate al processo di revisione - Frigerio

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