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L'inganno della memoria: evidenze scientifiche sull’impianto delle memorie nel processo penale

L'inganno della memoria: evidenze scientifiche sull’impianto delle memorie nel processo penale

Arce, R., Selaya, A., Sanmarco, J., & Fariña, F. (2023). Implanting rich autobiographical false memories: Meta-analysis for forensic practice and judicial judgment making. International Journal of Clinical and Health Psychology, 23(4), 100386

La ricerca condotta da Arce e collaboratori rappresenta il più ampio studio meta-analitico mai realizzato sulla probabilità di impianto di ricordi autobiografici falsi e ricchi di dettagli. Gli autori hanno analizzato sistematicamente 30 studi utilizzando una metodologia che garantisce la massima affidabilità dei risultati ottenuti.

I risultati della meta-analisi sono particolarmente significativi dal punto di vista statistico: l'effect size medio generale è risultato pari a d = 1.43, un valore considerato "molto ampio" secondo i criteri internazionali di interpretazione degli effetti. Questo dato indica che l'impianto di falsi ricordi autobiografici non è solo possibile, ma rappresenta un fenomeno con un'alta probabilità di successo quando vengono utilizzate tecniche appropriate.

La ricerca ha identificato diversi fattori che influenzano la probabilità di impianto di falsi ricordi :

Tipo di stimolo utilizzato: Gli eventi che i partecipanti credevano di aver sperimentato in prima persona hanno mostrato l'effetto più pronunciato (d = 2.03), seguito dalle false narrazioni (d = 1.35) e dalle fotografie modificate digitalmente (d = 1.29).

Tecniche di impianto: Le tecniche basate sulla pressione a rispondere hanno dimostrato la maggiore efficacia (d = 1.56), seguite dall'immaginazione guidata (d = 1.45), mentre le istruzioni non direttive hanno prodotto effetti più contenuti ma comunque significativi (d = 0.90).

Valenza emotiva: Gli eventi con valenza emotiva positiva (d = 1.27) e negativa (d = 1.30) hanno mostrato effetti sostanzialmente equivalenti, indicando che il contenuto emotivo non costituisce un fattore protettivo.

Rilevanza per la pratica legale

Implicazioni per la valutazione testimoniale

I risultati di questa meta-analisi hanno profonde implicazioni per gli avvocati penalisti e richiedono un ripensamento critico delle modalità tradizionali di valutazione dell'attendibilità testimoniale. La ricerca dimostra scientificamente che ricordi dettagliati e emotivamente coinvolgenti possono essere artificialmente impiantati nella memoria di un testimone senza che questi ne sia consapevole.

Interrogatori investigativi e raccolta delle prove

La ricerca evidenzia come tecniche investigative apparentemente innocue possano involontariamente compromettere l'attendibilità della testimonianza. Le domande direttive, la pressione a fornire dettagli specifici e l'utilizzo di tecniche di immaginazione guidata durante gli interrogatori aumentano significativamente il rischio di creare falsi ricordi.

Gli avvocati difensori dovrebbero prestare particolare attenzione alle modalità con cui sono state condotte le prime audizioni del loro assistito o dei testimoni. La presenza di tecniche suggestive durante la fase investigativa può compromettere l'intero impianto accusatorio, indipendentemente dalla buona fede degli investigatori.

Controesame e strategia difensiva

Nel controesame, la conoscenza di questi meccanismi consente agli avvocati di esplorare sistematicamente le condizioni in cui sono state raccolte le dichiarazioni testimoniali. Particolare attenzione deve essere rivolta a:

  • Numero e tipologia di audizioni precedenti

  • Presenza di domande suggestive o direttive

  • Intervalli temporali tra evento e prima dichiarazione

  • Presenza di pressioni esterne o aspettative specifiche

Consulenze tecniche e perizie

La meta-analisi fornisce una base scientifica solida per richiedere consulenze tecniche sulla qualità della raccolta testimoniale. I criteri metodologici utilizzati nella ricerca soddisfano ampiamente gli standard Daubert per l'ammissibilità di prove scientifiche nei procedimenti giudiziari.

Gli esperti possono utilizzare questi dati per valutare il rischio di contaminazione mnestica in casi specifici, fornendo al giudice strumenti oggettivi per pesare l'attendibilità delle dichiarazioni testimoniali.

Conclusioni

La meta-analisi di Arce e collaboratori rappresenta un contributo fondamentale alla comprensione scientifica dei falsi ricordi autobiografici e delle loro implicazioni forensi. I dati dimostrano inequivocabilmente che l'impianto di ricordi complessi e dettagliati è non solo possibile, ma relativamente probabile quando vengono utilizzate tecniche inappropriate durante la raccolta testimoniale.

Per gli avvocati penalisti, questi risultati offrono nuovi strumenti per la valutazione critica delle prove testimoniali e per la costruzione di strategie difensive basate su evidenze scientifiche. La sfida principale consiste nell'applicare queste conoscenze alla pratica quotidiana, sviluppando protocolli di valutazione che tengano conto della complessità dei meccanismi mnestici coinvolti nella testimonianza.

La ricerca conferma inoltre che il tradizionale approccio basato esclusivamente sulla valutazione soggettiva della credibilità del testimone è insufficiente di fronte alla complessità dei fenomeni mnestici. È necessario un approccio multidisciplinare che integri le conoscenze della psicologia cognitiva con gli strumenti giuridici tradizionali

L'inganno della memoria: evidenze scientifiche sull’impianto delle memorie nel processo penale

giuseppe.sartori@unipd.it

Le trappole della memoria nel consenso sessuale: una guida per l'avvocato penalista.

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