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Apparenza vs Realtà nel Processo Penale: Le Basi Cognitive della Credibilità Testimoniale nel Bambino

Apparenza vs Realtà nel Processo Penale: Le Basi Cognitive della Credibilità Testimoniale nel Bambino

Lane, J. D., Harris, P. L., Gelman, S. A., & Wellman, H. M. (2014). More than meets the eye: Young children's trust in claims that defy their perceptions. Developmental Psychology, 50(3), 865-871.

Lo studio esamina i fattori che influenzano l'accettazione di affermazioni controintuitive, ovvero informazioni che contraddicono le percezioni immediate. Sebbene condotta su bambini dai 3 ai 6 anni, la ricerca fornisce intuizioni fondamentali sui meccanismi cognitivi alla base della valutazione testimoniale che operano anche negli adulti.

La ricerca ha coinvolto 95 bambini ai quali sono stati mostrati oggetti familiari (ad esempio, una roccia). Dopo aver identificato correttamente gli oggetti, i bambini hanno ricevuto informazioni contraddittorie da informatori adulti che affermavano che gli oggetti erano qualcosa di diverso (ad esempio, che la roccia era sapone).

I ricercatori hanno manipolato una variabile critica: metà dei bambini ha ricevuto testimonianze in cui l'informatore menzionava esplicitamente la distinzione tra apparenza e realtà ("Questo sembra una roccia, ma in realtà non è una roccia. In realtà questo è sapone"), mentre l'altra metà ha ricevuto solo l'affermazione senza il riconoscimento della discrepanza percettiva. Successivamente, tutti i bambini sono stati valutati sulla loro comprensione della distinzione apparenza-realtà attraverso compiti standardizzati.

Risultati Principali

I risultati hanno evidenziato due fattori determinanti nell'accettazione di affermazioni controintuitive. Primo, i bambini con una comprensione più solida della distinzione apparenza-realtà erano significativamente più propensi ad accettare le affermazioni controintuitive, indipendentemente dalla loro età. L'analisi ha mostrato che la comprensione della distinzione apparenza-realtà era significativamente correlata positivamente ai giudizi coerenti con la testimonianza ricevuta.

Secondo, quando gli informatori menzionavano esplicitamente la distinzione tra apparenza e realtà, i bambini erano più propensi ad accettare le loro affermazioni controintuitive. Questo effetto era indipendente dall'età, suggerendo che il modo in cui l'informazione viene presentata influenza la credibilità percepita.

I bambini con una comprensione emergente della distinzione apparenza-realtà hanno rifiutato le affermazioni controintuitive in modo statisticamente significativo, mostrando tassi di accettazione inferiori al livello del caso (50%), specialmente quando la distinzione non era menzionata. Al contrario, i bambini con una comprensione robusta hanno mostrato tassi di accettazione vicini al livello del caso, bilanciando apertura e scetticismo.

Un risultato interessante riguarda la distinzione tra etichette e funzioni: i bambini più grandi erano significativamente più scettici riguardo alle funzioni controintuitive degli oggetti rispetto alle etichette controintuitive, mentre i bambini più piccoli mostravano uguale credulità verso entrambe.

Rilevanza per l'Avvocato Penalista

Questo studio ha implicazioni profonde per la pratica forense, particolarmente nella valutazione della credibilità testimoniale. La ricerca dimostra che la capacità di accettare informazioni che contraddicono le percezioni immediate non riflette semplicemente conformismo o deferenza, ma dipende da capacità cognitive specifiche.

Nel contesto processuale, i testimoni spesso devono valutare e riferire eventi che possono contraddire le loro aspettative o percezioni iniziali. La capacità di distinguere tra ciò che appare e ciò che è realmente accaduto rappresenta un'abilità cognitiva fondamentale che può variare significativamente tra gli individui. Un testimone con difficoltà in questa distinzione potrebbe rigettare informazioni veritiere semplicemente perché contraddicono le sue percezioni immediate, o viceversa, potrebbe essere eccessivamente suggestionabile.

Per la difesa e l'accusa, comprendere questi meccanismi cognitivi significa poter valutare criticamente come un testimone elabora informazioni controintuitive o inaspettate. Quando un testimone nega o conferma eventi che contraddicono le apparenze o le aspettative comuni, la sua capacità di rappresentare mentalmente scenari controintuitivi diventa rilevante per valutare l'attendibilità della testimonianza.

Inoltre, lo studio evidenzia l'importanza della formulazione delle domande durante l'esame testimoniale: il riconoscimento esplicito della discrepanza tra apparenza e realtà può facilitare risposte più accurate. Gli avvocati dovrebbero considerare che testimoni potrebbero avere maggiore difficoltà ad accettare e riferire informazioni controintuitive quando queste non sono inquadrate nel contesto appropriato che riconosce la distinzione tra ciò che appare e ciò che è.

Infine, la ricerca suggerisce che lo scetticismo verso informazioni controintuitive non è necessariamente un indicatore di inaffidabilità testimoniale, ma può riflettere processi cognitivi razionali di valutazione delle prove. Questa comprensione è essenziale per gli avvocati penalisti nell'analizzare le testimonianze e nel preparare strategie difensive o accusatorie basate sulla psicologia cognitiva della percezione e della memoria.

Apparenza vs Realtà nel Processo Penale: Le Basi Cognitive della Credibilità Testimoniale nel Bambino

giuseppe.sartori@unipd.it

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