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L'eccesso di fiducia dei testimoni: alta certezza, bassa accuratezza nei ricordi personali

L'eccesso di fiducia dei testimoni: alta certezza, bassa accuratezza nei ricordi personali

Barclay, C. R., & Wellman, H. M. (1986). Accuracies and inaccuracies in autobiographical memories. Journal of Memory and Language, 25(1), 93-103

Lo studio dimostra che la memoria autobiografica presenta un paradosso fondamentale: i partecipanti riconoscono correttamente gli eventi realmente accaduti anche dopo lunghi intervalli temporali, ma allo stesso tempo mostrano un'elevata tendenza a riconoscere falsamente come propri eventi mai vissuti, purché semanticamente coerenti con la loro storia personale. La ricerca evidenzia che gli stessi schemi autobiografici responsabili del corretto riconoscimento degli eventi reali sono anche alla base dei falsi riconoscimenti di non-eventi plausibili. Particolarmente rilevante è l'osservazione che i livelli di fiducia soggettiva rimangono costantemente elevati nel tempo, anche quando l'accuratezza oggettiva diminuisce progressivamente. I dati supportano l'ipotesi che le persone ricordino non solo ciò che è realmente accaduto, ma anche ciò che "avrebbe potuto" o "dovuto" accadere nella loro vita, in base alla rappresentazione schematica della propria autobiografia.

Lo studio ha coinvolto cinque adulti che hanno registrato quotidianamente eventi autobiografici memorabili per quattro mesi consecutivi (febbraio-maggio 1981), documentando il contesto, la descrizione dell'evento e la reazione personale. Successivamente, i partecipanti sono stati sottoposti a cinque test di memoria distribuiti nell'arco di due anni e mezzo, con intervalli di ritardo da 1-3 mesi fino a 30-31 mesi.​

Il paradigma sperimentale includeva test di riconoscimento con 45 item: 18 eventi originali e 27 non-eventi di tre tipologie diverse :​

  • modifiche delle reazioni o valutazioni dell'evento

  • alterazioni dei dettagli descrittivi dell'evento

  • eventi plausibili ma tratti dalla vita di un'altra persona nello stesso contesto universitario​

I partecipanti dovevano identificare solo gli eventi personali esattamente identici a quelli in origine riportati e valutare la propria fiducia nella risposta su una scala a 7 punti. Sono stati inoltre condotti test di ordinamento temporale e datazione degli eventi.

Rilevanza dei risultati per l'avvocato penalista

I risultati hanno implicazioni cruciali per la valutazione dell'attendibilità testimoniale nel processo penale. La ricerca dimostra che il tasso di falsi allarmi (riconoscimento erroneo di non-eventi come propri ricordi) aumenta progressivamente dal 37% dopo 1-3 mesi al 52% dopo 10-12 mesi. Anche eventi appartenenti alla vita di un'altra persona vengono talvolta erroneamente riconosciuti come propri, con accuratezza nel rifiuto che varia dall'84% a 1-3 mesi al 59% a 10-12 mesi.​

La dissociazione tra accuratezza oggettiva e fiducia soggettiva è particolarmente rilevante: mentre l'accuratezza del riconoscimento si deteriora con il tempo, le valutazioni di fiducia rimangono costantemente elevate (media superiore a 5 su una scala a 7 punti) sia per le risposte corrette che per i falsi riconoscimenti. Nel test a lungo termine (2½ anni), la fiducia media per i riconoscimenti corretti e per i falsi allarmi era praticamente identica (5.28 vs 5.21).​

L'analisi della similarità semantica rivela che la probabilità di falso riconoscimento è positivamente correlata con il grado di coerenza semantica tra i foils e i record originali: minore è la discrepanza semantica, maggiore è la probabilità di falso riconoscimento. Questo suggerisce che i testimoni tendono ad accettare come veri ricordi che sono "tipici" o "plausibili" rispetto alla rappresentazione schematica della propria vita, anche se mai realmente accaduti.​

Implicazioni pratiche per la difesa

Per la strategia difensiva, questi risultati offrono strumenti :​

Contestazione della certezza soggettiva: L'avvocato può evidenziare che l'elevata fiducia espressa dal testimone non costituisce un indicatore affidabile dell'accuratezza del ricordo, poiché la ricerca dimostra che le persone mantengono livelli di certezza costantemente alti anche quando commettono errori di memoria.​

Vulnerabilità ai falsi riconoscimenti: La difesa può argomentare che i testimoni sono particolarmente vulnerabili a riconoscere falsamente come propri eventi che sono semanticamente coerenti con la loro esperienza, anche se mai realmente verificatisi. Questa tendenza è particolarmente pronunciata quando trascorre tempo tra l'evento e la testimonianza.​

Problematiche della datazione temporale: I dati mostrano che la capacità di datare precisamente gli eventi si deteriora rapidamente, con una proporzione di eventi "dimenticati" (non datati o datati solo approssimativamente) che aumenta dal 40% dopo 1-3 mesi a oltre l'80% dopo 10-12 mesi. Anche quando i testimoni forniscono una data, l'errore assoluto aumenta progressivamente da circa 9 a 22 giorni nell'arco di un anno.​

Schemi autobiografici: La difesa può sostenere che i testimoni tendono a ricordare non necessariamente ciò che è realmente accaduto, ma ciò che "avrebbe potuto" o "dovuto" accadere secondo la rappresentazione schematica della propria vita. Questa ricostruzione schematica può portare a testimonianze soggettivamente sincere ma oggettivamente inaccurate.​

Distorsione da familiarità: Il fenomeno per cui i partecipanti hanno mostrato difficoltà nel distinguere i propri eventi da quelli di un'altra persona che viveva nello stesso contesto suggerisce che la semplice familiarità con un tipo di evento o scenario può indurre falsi riconoscimenti. Questo è particolarmente rilevante in contesti come ambienti di lavoro, quartieri o situazioni sociali condivise dove più persone possono avere esperienze simili.​

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giuseppe.sartori@unipd.it

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