La trappola emotiva delle prove testimoniali: quando la brutalità del crimine oscura le criticità dell'identificazione
Sharps, M. J., Herrera, M. R., & Price-Sharps, J. L. (2014). Situationally equivocal eyewitness evidence and the violence of crimes. Journal of Investigative Psychology and Offender Profiling, 11(1), 81-93.Journal-Invest-Psychology-2013-Sharps-Situationally-Equivocal-Eyewitness-Evidence-and-the-Violen.pdf
La ricerca dimostra che l'intensità della violenza di un crimine influenza significativamente la valutazione delle prove testimoniali da parte di potenziali giurati, particolarmente quando tali prove derivano da condizioni di osservazione ambigue (definite "situazionalmente equivoche"). Lo studio ha rivelato due effetti principali: primo, maggiore è la violenza del crimine, maggiore è la probabilità che i giurati accettino come accurata l'identificazione del sospetto da parte del testimone oculare; secondo, in presenza di crimini più violenti, i giurati tendono a non notare o non considerare le condizioni ambigue di osservazione (oscurità e ostacoli fisici alla visione) che dovrebbero sollevare dubbi sull'affidabilità della testimonianza.
I risultati rivelano che le valutazioni di colpevolezza sono passate da una media di 3,88 su 7 nei casi di violenza moderata, a 4,72 nei casi di violenza estrema, un incremento statisticamente rilevante. Crucialmente, i partecipanti esposti agli scenari di violenza più elevata hanno citato significativamente meno spesso sia l'oscurità che il muro di cemento che ostruiva la visuale del testimone come fattori problematici nell'identificazione.
L'analisi esplorativa ha identificato specifici bias cognitivi: le persone che credono nella punizione come deterrente efficace sono più inclini a giudicare colpevole il sospetto, mentre coloro che attribuiscono il crimine a condizioni sociali sfavorevoli tendono a ritenerlo innocente. È significativo che orientamenti politici, religiosi o relativi ai diritti civili non abbiano mostrato influenza sui giudizi di colpevolezza.
Caratteristiche della Ricerca
Lo studio sperimentale ha coinvolto 96 studenti universitari (60 donne e 36 uomini, età media circa 19 anni) di una università californiana caratterizzata da elevata multiculturalità. Il disegno sperimentale prevedeva la manipolazione di un'unica variabile: il livello di violenza del crimine, articolato in tre condizioni (violenza moderata, alta violenza, violenza estrema).
I partecipanti hanno letto la trascrizione realistica di un'intervista investigativa con un testimone oculare di una rapina violenta. L'intervista, basata su casi reali consultati dall'autore senior come esperto, descriveva condizioni di osservazione fortemente compromesse: oscurità totale e presenza di un muro di cemento dietro cui il testimone si nascondeva. La testimone dichiarava comunque di aver identificato con certezza il sospetto, senza fornire spiegazioni su come avesse potuto osservarlo in tali condizioni.
Le tre versioni dello scenario variavano esclusivamente nella descrizione della violenza perpetrata contro la vittima: dalla semplice aggressione fisica (condizione V), alla violenza sessuale e percosse gravi (condizione HV), fino a stupro, tortura e omicidio (condizione VHV). I partecipanti valutavano la colpevolezza del sospetto su scale Likert a 7 punti e indicavano in formato aperto le ragioni delle loro valutazioni.
Rilevanza dei Risultati per l'Avvocato Penalista
Questa ricerca fornisce evidenze empiriche di un fenomeno di contaminazione emotiva nella valutazione delle prove che l'avvocato penalista dovrebbe tener presente ed affrontare. I risultati dimostrano che la reazione emotiva dei giurati alla gravità del reato può sistematicamente compromettere la loro capacità di valutare criticamente l'affidabilità delle prove testimoniali.
Il dato più preoccupante per la difesa è che i giurati esposti a scenari di maggiore violenza hanno minore probabilità di rilevare e considerare le carenze evidenti nelle condizioni di osservazione del testimone. Questo fenomeno costituisce una forma di "cecità selettiva" indotta dall'impatto emotivo, dove l'indignazione per il crimine sovrasta l'analisi razionale delle prove.
La ricerca evidenzia inoltre come specifiche convinzioni personali dei giurati possano predisporre a giudizi di colpevolezza indipendentemente dalle prove: chi ritiene la punizione un deterrente efficace tende a condannare più facilmente, mentre chi attribuisce il crimine a fattori sociali è più incline all'assoluzione. Questa conoscenza assume rilevanza strategica nella fase di selezione della giuria e nella formulazione delle arringhe
Implicazioni Pratiche per la Difesa
Nella fase dibattimentale, l'avvocato difensore potrebbe anticipare e neutralizzare l'effetto distorsivo della violenza del crimine sulla valutazione delle prove testimoniali. La strategia difensiva dovrebbe enfatizzare sistematicamente le condizioni di osservazione equivoche (oscurità, ostruzioni visive, distanza, stress del testimone), ripetendo costantemente questi elementi per contrastare la tendenza dei giurati a minimizzarli nei casi più violenti.
Nell'esame incrociato dei testimoni oculari, è cruciale far emergere concretamente le limitazioni fisiche dell'osservazione. Non basta che il testimone ammetta genericamente l'oscurità o la presenza di ostacoli: occorre quantificare e visualizzare queste condizioni (lux di illuminazione, altezza e spessore degli ostacoli, distanze precise) per rendere tangibile ai giurati l'impossibilità fisica di un'identificazione accurata.
Nelle arringhe conclusive, la difesa deve esplicitamente separare la valutazione emotiva del reato dalla valutazione probatoria. Un approccio efficace consiste nel riconoscere apertamente la gravità del crimine, per poi sottolineare che proprio la serietà delle conseguenze impone uno scrutinio ancora più rigoroso delle prove, non più permissivo.Journal-Invest-Psychology-2013-Sharps-Situationally-Equivocal-Eyewitness-Evidence-and-the-Violen.pdf
Nella selezione della giuria, lo studio suggerisce di esplorare durante il voir dire le convinzioni dei potenziali giurati sulla funzione della pena e sulle cause del crimine, poiché questi fattori predicono la propensione a condannare indipendentemente dalla qualità delle prove. Giurati che enfatizzano la deterrenza punitiva rappresentano un rischio maggiore per la difesa in presenza di prove testimoniali deboli.Journal-Invest-Psychology-2013-Sharps-Situationally-Equivocal-Eyewitness-Evidence-and-the-Violen.pdf
Nelle richieste di istruzioni alla giuria, la difesa dovrebbe sollecitare il giudice a fornire ammonimenti specifici sui rischi delle identificazioni testimoniali in condizioni di osservazione compromesse e sull'obbligo di valutare le prove indipendentemente dall'impatto emotivo del reato.Journal-Invest-Psychology-2013-Sharps-Situationally-Equivocal-Eyewitness-Evidence-and-the-Violen.pdf



