Il consulente tecnico sulle false confessioni: perché e quando la sua nomina è strategica per la difesa
Nirider, L., Davis, D., & Leo, R. A. (2021). Interrogative suggestibility. In A. Jamieson & S. Pleydell (Eds.), Wiley Encyclopedia of Forensic Science. John Wiley & Sons, Ltd.
l capitolo "Interrogative Suggestibility" di Nirider, Davis e Leo offre una disamina approfondita e aggiornata del fenomeno delle false confessioni, analizzando le dinamiche psicologiche che le producono e le implicazioni per il sistema giudiziario1. Abbandonando l'idea superata che una persona confessi un crimine non commesso solo sotto tortura fisica o a causa di una patologia mentale, gli autori dimostrano come le moderne tecniche di interrogatorio, basate sulla coercizione psicologica, siano la causa principale di questo fenomeno.
Il lavoro non presenta un singolo studio empirico, ma costituisce una rassegna della letteratura scientifica sull'argomento, sintetizzando decenni di ricerca1. La validità delle conclusioni presentate si fonda sulla convergenza di risultati provenienti da molteplici metodologie di indagine, tra cui:
Analisi di casi reali: Studio di centinaia di casi documentati di false confessioni, molti dei quali emersi grazie a prove del DNA che hanno portato a successive assoluzioni1.
Studi di laboratorio: Esperimenti che ricreano in ambiente controllato la dinamica dell'interrogatorio per misurare l'impatto di specifiche tattiche (come mentire sulle prove) sulla probabilità che un soggetto innocente confessi1.
Analisi delle videoregistrazioni: Lo studio sistematico degli interrogatori videoregistrati, che ha permesso ai ricercatori di osservare direttamente e in tempo reale l'applicazione delle tecniche e le reazioni dei sospettati1.
Indagini su giurati e operatori: Sondaggi e studi su giurie simulate (mock jury studies) che hanno rivelato le errate convinzioni del senso comune riguardo alle confessioni e la scarsa capacità dei laici (e talvolta degli stessi operatori di polizia) di distinguere una confessione vera da una falsa1.
Esame dei manuali di interrogatorio: Analisi dei manuali usati per addestrare le forze dell'ordine, che esplicitano le strategie di influenza sociale e manipolazione psicologica finalizzate a ottenere una confessione
La rilevanza per l'avvocato penalista
Il capitolo è uno strumento di eccezionale valore per l'avvocato penalista, poiché fornisce le basi scientifiche per comprendere, analizzare e contestare la validità di una confessione.
1. Riconoscere le tattiche coercitive
L'avvocato viene messo in grado di identificare le specifiche tecniche di interrogatorio che aumentano il rischio di una falsa confessione. Tra le più potenti vi sono:
False promesse di clemenza: Suggerire, anche implicitamente, che confessare porterà a conseguenze meno gravi o a un aiuto ("ti aiuteremo", "potrai tornare a casa")1.
Minimizzazione: Ridimensionare la gravità morale e legale del fatto, presentandolo come comprensibile o accidentale per ridurre la resistenza del sospettato1.
Menzogne sulle prove (False Evidence Ploy): Affermare falsamente di possedere prove schiaccianti (es. DNA, testimonianze, referti medici inesistenti). Questa tattica è particolarmente insidiosa perché può indurre un innocente a dubitare della propria memoria e a credere che non vi sia speranza di dimostrare la propria innocenza1.
Contaminazione della confessione (Fact-feeding): Fornire al sospettato dettagli del crimine che solo il colpevole potrebbe conoscere. L'innocente, per porre fine allo stress dell'interrogatorio, può incorporare questi dettagli nella sua confessione, che apparirà così falsamente attendibile e corroborata1.
2. Identificare i fattori di vulnerabilità del cliente
L'efficacia di queste tattiche è amplificata da specifiche vulnerabilità del sospettato. Il capitolo sottolinea che la valutazione della "volontarietà" di una confessione non può prescindere dall'analisi delle caratteristiche individuali del dichiarante1. Fattori di rischio riconosciuti dalla letteratura scientifica includono:
Età: I minorenni sono psicologicamente più suggestionabili, più propensi a compiacere l'autorità e meno capaci di proiettare le conseguenze a lungo termine di una confessione1.
Disabilità intellettiva o disturbi mentali: Soggetti con un basso quoziente intellettivo o affetti da patologie psichiatriche hanno una ridotta capacità di resistere alla pressione e una maggiore suggestionabilità1.
Stato psicofisico acuto: Condizioni come deprivazione del sonno, affaticamento, stress intenso o intossicazione da sostanze possono compromettere le funzioni cognitive e l'autocontrollo, rendendo chiunque più vulnerabile1.
3. Comprendere i preconcetti della giuria
Il capitolo illustra chiaramente perché il senso comune è un pessimo giudice in materia di confessioni. La ricerca dimostra che i giurati:
Credono erroneamente che una persona innocente non confesserebbe mai un crimine1.
Non sono a conoscenza del fatto che la polizia possa legalmente mentire sulle prove durante un interrogatorio1.
Sono incapaci di distinguere una confessione vera da una falsa basandosi sul comportamento del dichiarante, ma sono eccessivamente fiduciosi nella propria abilità di farlo1.
Tendono a sottovalutare l'impatto delle pressioni situazionali (le tattiche di interrogatorio) e a sovrastimare le cause disposizionali (la colpevolezza dell'imputato)1.
4. Sfruttare strategicamente il consulente tecnico
Di fronte a questi preconcetti, il capitolo evidenzia il ruolo cruciale del consulente tecnico esperto in psicologia dell'interrogatori. L'esperto può spiegare i principi scientifici dell'influenza sociale, illustrare i fattori di rischio per una falsa confessione (sia situazionali che individuali) e analizzare la trascrizione o la videoregistrazione per evidenziare la presenza di tattiche coercitive e di fenomeni di contaminazione nel caso specifico1. Gli autori sottolineano l'importanza di scegliere uno studioso della materia (interrogation scholar) e non un clinico generico, per garantire una solida base scientifica alla testimonianza.