Olindo e Rosa hanno falsamente confessato?
Fotografia pubblicata da Il Messaggero
ll processo relativo alla cd strage di Erba ha portato alla identificazione di due colpevoli, Olindo e Rosa, condannati all'ergastolo in via definitiva.
Nel processo in questione un peso notevole ha avuto la confessione, successivamente ritrattata, sia da Olindo che di Rosa. I due hanno cioè prima confessato di essere gli autori della strage (4 persone) e successivamente hanno ritrattato. Secondo la tesi difensiva i due avrebbero falsamente confessato e quindi il loro effettivo ricordo sarebbe stato quello corrispondente alla ritrattazione e cioè di nulla sapere di quanto avvenuto. Fra gli indicatori univoci della falsa confessione,, secondo la difesa, vi è il fatto che nel descrivere quanto avrebbero fatto Olindo e Rosa hanno commesso una enormità di errori (ne sono stati catalogati oltre 300) moltissimi dei quali su aspetti assolutamente centrali. Inoltre mai, secondo la difesa, i due avrebbero fornito informazioni che non fossero già note agli investigatori, metodo questo che è la procedura migliore per distinguere una confessione come vera da una falsa.
Le sentenze, per la parte della valutazione della confessione sono contraddittorie. Nella sentenza di primo grado si dice che le confessioni sono vere perché c'è aderenza alle ricostruzioni investigative. Nella sentenza di appello, invece, si dà atto che la difesa ha ragione nel segnalare la quantità esorbitante di errori presenti nella narrazione ma si afferma Che sono errori voluto in modo da poter permettere successivamente la ritrattazione.
Confrontando la dinamica della confessione con quanto si sa sulle false confessioni è possibile identificare, nel caso di Olindo e Rosa, tutti quei fattori sistematicamente presenti nelle false confessioni certe e considerati predisponenti alle false confessioni.
Nel caso di Erba erano specificamente rilevabili molte delle caratteristiche distintive presenti nei casi certi di false confessioni come ad esempio:
- l'esagerazione del valore probatorio delle prove d'accusa. Viene infatti detto loro che un testimone (Frigerio) li ha riconosciuti omettendo di dire che il Frigerio aveva in un primo momento detto di essere stato aggredito da persona a lui sconosciuta con la pelle olivastra. Viene loro detto che erano state trovate delle macchie di sangue nei loro vestiti quando successivamente le analisi dei RIS hanno categoricamente escluso di aver trovato macchie di sangue nella casa dei due. Una singola macchia di sangue sul battitacco dell’auto di Olindo poteva essere benissimo spiegata come macchia da contaminazione portata lì dai Carabinieri che erano poco prima stati ad ispezionare il luogo della strage.
- il ventilare benefici processuali derivanti dalla confessione. I coniugi erano convinti di poter, dopo la confessione, essere messi in una cella matrimoniale ed addirittura, confessando tutti e due avere la pena divisa per due.
- l'avere, nel caso di Rosa, dei deficit cognitivi che la rendevano particolarmente suggestionabile (la donna sapeva appena leggere e scrivere e gli accertamenti successivi dimostreranno che presentava una forma di ritardo mentale lieve)
- l’aver messo a disposizione, sia di Olindo che di Rosa, delle foto della scena del crimine durante l’interrogatorio.
