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Ricordi accurati ed inaccurati

Ricordi accurati ed inaccurati

I ricercatori hanno messo a punto varie metodologie per descrivere la qualità del ricordo autobiografico.

Una di queste metodologie che ha avuto ampia validazione in ambito forense è il C.B.C.A.  (Criteria Based Content Analysis). I ricercatori hanno messo a punto e ripetutamente verificato che i criteri CBCA distinguono bene ricordi verificati da ricordi non verificati.

I criteri CBCA sono 16 e nello specifico i seguenti aspetti qualitativi della narrazione.

1. Struttura logica
2. Produzione non strutturata  
3. Quantità dei dettagli
4. Inserimento in un contesto
5. Descrizioni di interazioni
6. Riproduzione di conversazioni
7. Complicazioni inaspettate
8. Dettagli insoliti
9. Dettagli superflui.
10. Dettagli fraintesi ma riportati correttamente
11. Associazioni esterne collegate
12. Descrizione dello stato mentale soggettivo
13. Attribuzione di uno stato mentale all’accusato
14. Correzioni spontanee
15. Ammissione di mancanza di memoria
16. Emergere di dubbi sulla propria testimonianza
17. Auto-deprecazione
18. Perdono dell’accusato
19. Caratteristiche in dettaglio della molestia

E’ interessante notare che nel caso della cd attendibilità estrinseca i riscontri solitamente riguardano aspetti periferici della narrazione testimoniali. In altri termini la struttura logica osservata nella valutazione della attendibilità intrinseca è la seguente:  il testimone ricorda X,Y e Z ma solo Z è centrale per il processo. Verificare mediante riscontri esterni che X e Y sono confermati rafforza la credibilità che anche Z sia una ricostruzione storica accurata. Se il riscontro riguarda un elemento centrale della testimonianza il racconto stesso aggiunge poco tenuto conto che la verifica oggettiva da sola sufficiente per stabilire l’oggettività fatto. Ad esempio, se si deve stabilire se il testimone X è andato negli USA e si dispone della documentazione che dimostra la sua entrata la testimonianza aggiunge poco. Quindi la situazione più comune è quella sopra descritta con racconto riscontrato su elementi periferici e tale verifica permette di estendere l’attendibilità, mediante un procedimento inferenziale, anche agli elementi non verificati ma importanti processualmente.

I criteri usati per valutare l’attendibilità intrinseca sono in grado di identificare un ricordo accurato?

La valutazione della attendibilità intrinseca è processo molto complesso.

Per sua stessa natura la domanda trova una difficile risposta. In altri termini non essendoci una verità nota (quella che in ambito scientifico viene chiamata la ground truth) vi è una grande difficoltà a rispondere.

Innanzi tutto vale la pena di ricordare che molti dei criteri messi a punto nella giurisprudenza sono anche ricompresi fra i criteri da prendere in considerazione secondo il CBCA. Ci sono molti aspetti presi in considerazione dal CBCA che non sono considerati nei criteri giuridici quali, ad esempio, i dettagli irrilevanti, le conversazioni fra i protagonisti e lo stato mentale proprio e  dell’aggressore.

E’ da tenere presente però che questi criteri non sono comunque in grado di identificare come inattendibili delle narrazioni oggettivamente false come i racconti effettuati dai rapiti dagli alieni (che tutti noi consideriamo oggettivamente non rappresentanti dei contatti effettivamente avvenuti per ovvie ragioni).

Quali sono le caratteristiche della memoria autobiografica?

Fino ad ora abbiamo passato in rassegna gli aspetti quantitativi del ricordo del testimone. Ad esempio, abbiamo ricostruito, sulla base degli esperimenti scientifici, le percentuali di accuratezza dei ricordi coerentemente ricordati rispetto a quelli incoerenti.

Il ricordo del testimone può anche essere analizzato sotto il profilo qualitativo. La fenomenologia delle memorie autobiografiche varia su un certo numero di dimensioni: alcuni ricordi sono vividi e altri fiochi; alcuni sono emotivamente intensi e altri mancano di contenuto emotivo.

Alcuni autori hanno identificato le 10 dimensioni rilevanti che caratterizzano le memorie autobiografiche e nello specifico: Vividezza, Coerenza, Accessibilità (facilità nel ricordare), Prospettiva del tempo, Dettagli sensoriali, Prospettiva visiva, Intensità emotiva, Condivisione, Distanziamento e Valenza.

Come si può verificare esiste una buona corrispondenza fra le caratteristiche qualitative del ricordo così come apprezzate dai criteri giuridici della attendibilità intrinseca e le caratteristiche del ricordo così come sono validate dalla ricerca scientifica.

Esiste un criterio univoco per valutare l’accuratezza della narrazione di un testimone?

No perché la valutazione è necessariamente multidimensionale. In ogni caso specifico ci possono essere molti fattori in gioco  e compito del giudice è di effettuare un bilancio complessivo al fine di valutare il contributo della testimonianza alle ipotesi vagliate dal processo. Naturalmente l’importanza di un accurato vaglio aumenta quando il reato viene, in ipotesi, ricostruito solamente sulla base della testimonianza e quindi ci si trova a valutare quella che viene definita l’attendibilità intrinseca. I casi si presentano più frequente con il problema di un vaglio minuzioso dei fattori che costituiscono punti di forza e di debolezza del ricordo del testimone sono casi di abuso sessuale su minore e più in generale i reati sessuali.

Quindi non esistono, nei casi specifici, valutazioni monofattoriali e una molteplicità di fattori che influenzano l’accuratezza del ricordo del testimone  devono essere vagliati. E’ importante notare come ogni fattore rilevante automaticamente diventa un punto di forza per una parte processuale e un punto di debolezza per l’altra.

Fattori come: i) la distinguibilità del fatto o, al rovescio, la sua confondibilità con fatti simili, ii) la distanza di tempo iii) lo stress indotto dal fatto o che era in atto in quel momento, iv) la modalità attraverso la quale viene elicitato il ricordo sono tutti fattori che influenzano l’accuratezza del ricordo stesso. Compito del consulente è quello di evidenziare sotto il profilo scientifico il ruolo facilitatore o inibitore di questi aspetti. Compito del giudice è pesarli assieme agli altri elementi processuali al fine di integrarli nel suo processo decisionale.

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giuseppe.sartori@unipd.it

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