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Esiste l'arricchimento del ricordo?

Esiste l'arricchimento del ricordo?

Succede spesso che in un processo penale il testimone sia chiamato a ripetere più e più volte le sue dichiarazioni. Il confronto circa il contenuto delle dichiarazioni in due momenti temporali diversi è un metodo per valutare l’attendibilità della testimonianza. Come abbiamo già visto, esistono discrasie fisiologiche fra due racconti sullo stesso fatto effettuati dallo stesso soggetto e più passa il tempo solitamente meno il soggetto ricorda.

In un caso giudiziario reale il testimone parte offesa di un reato sessuale mostrava un arricchimento del ricordo avvenuto fra due racconti distanti fra di loro di oltre 12 mesi. Nella sentenza, nella quale la ricostruzione dei fatti così come rappresentata dalla parte offesa viene considerata attendibile in base ai criteri della attendibilità intrinseca, il Giudicante così motiva la questione della traiettoria atipica del racconto della parte offesa (arricchimento):

così facendo l’id quod plaerumque accidit, infatti, tanto più l’accadimento è doloroso, quanto più la vittima riduce – almeno inizialmente – il racconto agli aspetti essenziali, nel tentativo di arginare la sofferenza” .

In breve, qui si afferma che il ricordo di evento asseritamente traumatico non soggiace alle regole del ricordo di eventi normali. Nel caso specifico l’arricchimento non riguardava i dettagli periferici ma il nucleo centrale del ricordo stesso, nucleo centrale importante per la dimostrazione della sussistenza del reato. Ebbene, come si vedrà, anche le memorie traumatiche più stabili (memorie flashbulb) seguono esattamente un decorso temporale di impoverimento e non certo di arricchimento. Sotto questo profilo quindi la massima di comune esperienza richiamata nella sentenza sopra riportata risulta confliggere con la legge scientifica che insiste sul medesimo territorio di applicazione della massima stessa.

Un altro esempio di sentenza nella quale si riconosce la validità dell’arricchimento del ricordo è quella sulla Strage di Erba nella parte che riguarda il racconto dell’unico sopravvissuto, il sig. Frigerio. In merito al crescendo del suo ricordo si dice: ..le sue dichiarazioni hanno progredito nel tempo a più riprese senza mai mostrare incongruenze logiche interne e senza mai mostrare contraddizioni fra una versione e l’altra: si sono semplicemente evolute in progressione con l’aggiunta di volta in volta di particolari e circostanze…

I dati scientifici sul medesimo argomento sono piuttosto chiari. Possono esistere dei ricordi che compaiono in un momento successivo ma: i) percentualmente non possono essere molti (es. 5%) e ii) l'arricchimento (tecnicamente chiamato reminiscenza) riguarda solo dettagli periferici e non può riguardare il nucleo centrale del ricordo.

Esiste un profilo della narrazione che inizia con pochi dettagli e finisce con tanti?

Le ricerche empiriche dimostrano che vi possono essere dei dettagli che non sono ricordati subito ma nelle interviste successive (così come ci sono dettagli ricordati subito e poi dimenticati) ma queste reminiscenze sono in percentuale ridotta rispetto al numero totale di dettagli. In breve, non esistono casi di ricordi arricchiti massicciamente dalla prima alle interviste successive (la percentuale fisiologica di dettagli nuovi ricordati tardivamente è al massimo del 20%. Quindi fatto 100 il numero di dettagli riferiti nella seconda narrazione solo un massimo di 20/100 sono nuovi e non riferiti prima). Quando ci troviamo di fronte a scostamenti significativi allora questa deve essere considerata una anomalia che riduce la possibilità di considerare accurati questi ricordi.

I dati sopra menzionati riguardano il ricordo di dettagli ma non del nucleo centrale (in una testimonianza il nucleo centrale è l’elemento che costituisce il reato, X ha accoltellato Y, mentre i dettagli sono come ha fatto dove era posizionato, come era vestito X etc.). Il nucleo centrale è costantemente ricordato e non può essere soggetto a quel decadimento nel tempo che invece si osserva nel caso dei dettagli periferici.

E’ possibile un miglioramento progressivo del ricordo quando il testimone viene sentito in più occasioni?

In alcuni casi si osserva e si chiama reminiscenza. Gli studi hanno però dimostrato che l’effetto dell’oblio è solitamente più forte della reminiscenza. Le ricerche sulla reminiscenza in condizioni controllate hanno dimostrato che nel soggetto disinteressato che mira solo a rendere al meglio nella prova di memoria:

  • le reminiscenze hanno una accuratezza di poco inferiore (67%) rispetto ai ricordi che sono consistentemente recuperati in due racconti diversi a distanza di tempo uno dall’altro (90%)

  • Il numero di reminiscenze è solitamente ridotto rispetto alla quantità di informazioni che vengono raccontate in modo coerente fra la prima e la seconda volta.

Esiste l'arricchimento del ricordo?

giuseppe.sartori@unipd.it

Processo penale e dati scientifici

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Controesame di un esperto in tema di testimonianza

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