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Julian Assange e le accuse di abuso sessuale

Julian Assange e le accuse di abuso sessuale

Fotografia pubblicata da theguardian.com

Fotografia pubblicata da theguardian.com

Julian Assange, fondatore del sito Wikileaks, è una controversa figura internazionale. Per alcuni il paladino della trasparenza contro i colossi mondiali, per altri addirittura un colluso con i nemici degli Stati Uniti.
Nel 2012 si rifugia nell’ambasciata londinese dell’ Equador per evitare l’estradizione in Svezia a seguito di una richiesta per un procedimento che lo vedeva indagato per abuso sessuale. Assange riteneva che questa accusa fosse un cavallo di troia per poi farlo estradare dalla Svezia negli Stati Uniti dove si sarebbe sentito, a suo dire, contestare accuse di spionaggio. La questione ritorna nelle prime pagine di tutti i quotidiani del mondo nel 2019 quando l’Equador toglie ad Assange lo status di rifugiato politico e permette che venga arrestato dalle autorità britanniche dentro l’ambasciata. Al momento in cui questa nota viene scritta si profilano due richieste di estradizione una degli US (per questioni legate alle attività di Wikileaks che hanno esposto le atrocità americane in Iraq)  e l’altra dalla Svezia (per abuso sessuale).

Il PM svedese contestava ad Assange l’accusa di abuso sessuale a seguito delle denunce di due donne con le quali Assange avrebbe avuto dei rapporti sessuali durante una trasferta per presentare iniziative di Wikileaks in Svezia nel 2010.

Assange in una sua memoria  alle autorità giudiziarie svedesi si è difeso affermando:

  • La prima delle due accusatrici (AA) ha chiuso il caso affermando perentoriamente che si è trattato di attività consensuale (I have not been raped). Conseguentemente l’indagine è stata chiusa.

  • Per quanto riguarda SW, di aver avuto 4-5 rapporti sessuali consenzienti (una delle accusatrici) ma soprattutto producendo scambi SMS della donna con le sue partner svedesi che a suo dire dipingono un quadro completamente diverso rispetto a quello configurato dal PM Svedese. Sostanzialmente sembrerebbe che la donna avesse riconosciuto in uno scambio di SMS con delle sue amiche che i contatti sessuali con Assange erano stati consenzienti.

Di rilievo è il fatto che la contestazione del PM sarebbe, in parte, basata su quando riferito da una delle donne (SW) che ospitava e dormiva nel medesimo letto di Assange la quale ha dichiarato che il contatto sessuale incriminato (dopo numerosi altri pienamente consenzienti) era iniziato mentre lei stava dormendo mentre gli SMS parlano di “half asleep” (che potrebbe essere tradotto come mezzo addormentato). Quindi tutta la vicenda dal punto della psicologia forense può essere ricondotta al grado consenso desumibile da una condizione “half asleep” di soggetto con il quale c’erano già stati in precedenza 4-5 rapporti sessuali pienamente consenzienti oltre che dalla capacità di ricordare con la precisione richiesta l’esatto stato di coscienza nel momento critico di interesse del PM.

Le dichiarazioni rese da Assange al PM svedese presso l’ambasciata dell'Ecuador dove era rifugiato sono riportate in dettaglio al link in nota e gli SMS estratti dal telefono di SW dove la donna aggiornava le sue amiche sull’andamento della serata e la sua mancanza di intenzione di denunciare Assange può essere ritrovata al punto 88.



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giuseppe.sartori@unipd.it

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